Managerializzazione. Si tratta di una parola che spaventa un po’ e che non è facile nemmeno da pronunciare. Eppure sarà proprio la managerializzazione, inseme alle competenze, a fare la differenza per le imprese italiane di qualsiasi dimensione, e di qualunque settore. In molti se ne stanno accorgendo, e non a caso hanno attivato dei processi di selezione di manager con degli head hunter specializzati nell’executive search.
Ma cosa di intende quando si parla della mancata managerializzazione di gran parte delle imprese italiane? Per capirlo basta gettare lo sguardo a quella che è l’effettiva realtà delle aziende italiane, nella maggior parte dei casi piccole, e spessissimo a conduzione familiare. E se questo è per certi versi vantaggioso, sotto altri punti di vista può essere pericoloso: va infatti sottolineato che più di due imprese familiari su tre, in Italia, vantano l’intero management come espressione diretta della proprietà, senza quindi nemmeno un elemento reclutato dall’esterno.
Eppure per aumentare la produttività e dare un maggior respiro all’azienda è fondamentale poter contare su delle figure esterne, su dei profili preparati e reclutati sul mercato del lavoro attraverso dei procedimenti di selezione manager professionali.
Indubbiamente molte imprese familiari temono questo passo. Ma è indubbio: la crescita di un’impresa è correlata alla crescita della qualità del management. La selezione di un manager diventa un investimento fondamentale, più di quanto possa essere l’acquisto di una nuova macchina per la produzione.
Ma come deve essere il manager ideale? Altrove abbiamo già parlato delle competenze del manager, in modo da aiutare i recruiter che affronteranno processi di selezione di questa figura. Qui, invece, indagheremo un altro aspetto fondamentale nell’executive search, ovvero la “persona”. Cosa bisogna ricercare nel manager non dal punto di vista professionale, quanto dal punto di vista personale?
Selezione del manager: la persona giusta
Partiamo da un presupposto: il candidato da individuare al termine di un processo per la selezione di manager deve essere un leader, non un capo. La differenza, dall’esterno, potrebbe sembrare sottile. A livello aziendale e operativo, invece, si tratta di un vero baratro. Dal punto di vista della persona, stando a un’indagine realizzata da The European House Ambrosetti per Federmanager, sono essenzialmente tre gli elementi fondamentali che è necessario individuare nel manager da assumere: coinvolgimento democratico, azione e sincerità. Queste tre componenti dovrebbero essere presenti in qualsiasi figura di livello middle o top management, insieme agli aspetti indispensabili sul lato professionale, come per esempio imprenditorialità ed eccellenza a livello operativo.
L’indagine in questione ha tenuto conto delle risposte di oltre 1.630 manager, nonché degli spunti provenienti da professionisti provenienti da 65 organizzazioni differenti. Come anticipato, l’aspetto della sincerità risulta tra i più importanti. Ma cosa si intende per sincerità? Nell’indagine in questione, questo aspetto riassume la trasparenza e la propensione del manager a condividere le informazioni con colleghi e sottoposti. Si tratta di un aspetto molto diffuso tra i manager, comune all’81% degli intervistati.
Altro aspetto estremamente diffuso, segnalato dal 72% dei manager intervistati, è la capacità di esercitare in modo democratico la leadership. Il manager, insomma, non deve e non può essere un “uomo solo al comando”: il processo decisionale deve essere un’azione in parte corale, e deve essere alimentato da una consultazione allargata da parte del manager. Solo così si possono aumentare le probabilità di prendere la decisione corretta e migliore per l’azienda.
Il terzo elemento importante, per quanto più distaccato dagli altri due in termini di segnalazione da parte dei manager, è certamente la capacità di agire”, indicata dal 47% dei manager. Indubbiamente i cacciatori di teste che si occupano della selezione di manager riconoscono un’importanza ancora maggiore a questo aspetto, il quale di fatto comprende anche la capacità di problem solving e di sfruttare al meglio le risorse. Questo aspetto viene caricato di ulteriore importanza dai manager attraverso le risposte a un altro quesito: 1 manager su 5 ha infatti identificato il proprio ruolo non tanto nell’ ”essere” qualcuno, quanto invece nel “fare”, sottolineando quindi il lato operativo.
Executive Search: come trovare il manager ideale
A partire da quanto visto finora, si hanno maggiori informazioni per condurre in modo corretto ed efficace il colloquio di lavoro per la selezione di un manager. A differenza dei recruiter meno preparati, gli head hunter che si occupano quotidianamente della selezione di dirigenti, quadri e manager sanno che questi profili, ancor prima di essere dei leader devono essere dei compagni di avventura dei propri sottoposti, dovendo costantemente lavorare al loro fianco.
É dunque necessario individuare non solo una persona competente e con una significativa esperienza alle proprie spalle, ma anche una persona che si possa mostrare interessata al lato umano dei propri colleghi. Il manager ideale deve mostrare interesse anche per la crescita dei dipendenti: ogni loro passo in avanti corrisponde a un passo in avanti anche per l’azienda.
Non è tutto qui: il manager perfetto deve essere capace di motivare il proprio team, sottolineando i risultati positivi raggiunti. E ancora, il manager deve essere un abile organizzatore, per gestire al meglio il proprio team e i vari task.
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